domenica 3 giugno 2012

Intorno alle macchine


La più famosa macchina collegata alle fortificazioni è il trabocco, sviluppato nel Medioevo. Funzionante come una fionda e mossa per l'azione di un contrappeso, poteva anche fare ricorso all'azione di balestre e della forza umana per vincere l'attrito del proietto sul piano, nella prima fase del lancio. La macchina poteva raggiungere un'altezza di 10-15 metri ed era in grado di scagliare massi di alcuni quintali a più di 200 metri di distanza. La struttura del trabocco è costituita da un portale di supporto alla cui sommità è imperniato un bilanciere; a una estremità di quest'ultimo è collocata una cassa oscillante che viene riempita di pietre e massi e che funge da contrappeso; all'altra estremità è fissata la fionda con il canestro per il proietto. Argani e ruote calcatorie per caricare l'arma e raffinati dispositivi di sgancio corredavano queste macchine che sino a tutto il Quattrocento mantennero un posto privilegiato nell'assedio delle città (da Viollet le Duc, 1978). 





Un'altra macchina da assedio è l'elepoli


Le gru girevoli possono essere impiegate nei lavori di sterramento per le fortificazioni. Sono macchine dalla cui efficienza dipende spesso la bontà di un'opera difensiva. Spesso ancora nel Cinquecento vengono mosse, come già al tempo dei Romani, da ruote calcatorie (da Zonca, Novo teatro).


Fonte: Storia delle macchine, Vittorio Marchis, Laterza 2005 - pp.56 e 88

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