mercoledì 6 giugno 2012

Un abstract di 1000 caratteri



Attraverso il blog del verbo fortificare ho avuto l'opportunità di ampliare e accrescere le mie conoscenze di questo settore importante nella storia, soprattutto medievale. Spero di aver interpretato al meglio le richieste volute. Lungo il corso di Storia della Tecnologia ho compreso l'importanza della tecnologia militare, e quindi delle fortificazioni, per lo sviluppo della civiltà.
Il settore delle fortificazioni ebbe un sostanziale sviluppo nel Medioevo, soprattutto con l'opera di protagonisti quali Francesco di Giorgio, Galileo Galilei e Vauban, analizzati nel blog.
Con le moderne tecniche belliche (bomba atomica e missili) il ruolo di una fortezza o di un castello è sostanzialmente venuto meno. Un moderno rifugio che garantisce una qualche protezione può essere il rifugio antiatomico sotterraneo, ma davanti allo sviluppo sempre più tecnologico di armi ad alto potenziale distruttivo tutte le protezioni di cui l'uomo può servirsi sono sostanzialmente inutili.
L'esperienza del blog si è rivelata utile per scoprire diversi aspetti di Internet a me sconosciuti.  

martedì 5 giugno 2012

Un glossario ragionato

Elenco di cinque verbi che possono essere collegati con il fortificare:
BLINDARE
IRROBUSTIRE
DIFENDERE
PROTEGGERE
ASSEDIARE

In relazione alle risorse

Le fortificazioni del Castelvecchio a Filattiera (Toscana), costruite tra il V e l'VIII secolo, sono caratterizzate da mura in ciottoli e pietre e assenza di malta o laterizi.


Una spiegazione sui materiali con cui si possono costruire edifici, e quindi anche fortificazioni, si può trovare al seguente link:

domenica 3 giugno 2012

Intorno alle macchine


La più famosa macchina collegata alle fortificazioni è il trabocco, sviluppato nel Medioevo. Funzionante come una fionda e mossa per l'azione di un contrappeso, poteva anche fare ricorso all'azione di balestre e della forza umana per vincere l'attrito del proietto sul piano, nella prima fase del lancio. La macchina poteva raggiungere un'altezza di 10-15 metri ed era in grado di scagliare massi di alcuni quintali a più di 200 metri di distanza. La struttura del trabocco è costituita da un portale di supporto alla cui sommità è imperniato un bilanciere; a una estremità di quest'ultimo è collocata una cassa oscillante che viene riempita di pietre e massi e che funge da contrappeso; all'altra estremità è fissata la fionda con il canestro per il proietto. Argani e ruote calcatorie per caricare l'arma e raffinati dispositivi di sgancio corredavano queste macchine che sino a tutto il Quattrocento mantennero un posto privilegiato nell'assedio delle città (da Viollet le Duc, 1978). 





Un'altra macchina da assedio è l'elepoli


Le gru girevoli possono essere impiegate nei lavori di sterramento per le fortificazioni. Sono macchine dalla cui efficienza dipende spesso la bontà di un'opera difensiva. Spesso ancora nel Cinquecento vengono mosse, come già al tempo dei Romani, da ruote calcatorie (da Zonca, Novo teatro).


Fonte: Storia delle macchine, Vittorio Marchis, Laterza 2005 - pp.56 e 88

Un abbecedario

A come Assedio
B come Bastione
C come Castello
D come Donjon
E come Elepoli
F come Fortezza
G come Gabbionata
H come
I come Inferriata
L come Linea fortificata
M come Muro
N come Nuraghe
O come Obice
P come Palizzata, Postierla
Q come Quadrilatero
R come Rifugio antiaereo
S come Semipermanente (un tipo di fortificazione)
T come Trincea
U come Uruk (la prima città fortificata)
V come Vallo
Z come

sabato 2 giugno 2012

A fianco dei protagonisti

Francesco di Giorgio Martini


Sébastien le Prestre de Vauban, rinnovò il sistema difensivo francese
Fortezza di Palmanova

Galileo Galilei, aveva la cattedra di Fortificazioni

Bernardo Bellotto, pittore di Veduta di Torino dal lato del giardino reale che illustra le fortificazioni della cittadella

Ignazio Bertola, ristrutturò il forte di Exilles

Bernardo Buontalenti, ristrutturò le fortificazioni di Livorno

Giulio Savorgnan, principale progettista della fortezza di Palmanova

Menno van Coehoorn, una delle più importanti figure nella storia delle fortificazioni alla moderna

Joseph Glidden, è considerato l'inventore del filo spinato



mercoledì 23 maggio 2012

Ingegneria delle fortificazioni

Approfondimenti sulle fortificazioni si possono trovare nel libro Storia delle macchine di Vittorio Marchis, docente di Storia della Tecnologia al Politecnico di Torino. 


Rocca di Mondavio
Un importante ingegnere militare fu Francesco di Giorgio (Siena, 1439-1502) che studiò scultura a Orvieto presso Angellino da Fiesole, dal 1458 al 1464 lavorò a Torino e fece un primo soggiorno a Roma. A questi anni risalgono le prime esperienze come architetto. Nel 1469 fu incaricato di sovrintendere al servizio delle acque e acquedotti della città di Siena; qualche anno più tardi, nel 1477, la città concesse a Francesco di Giorgio di andare a lavorare presso Federico di Montefeltro, duca di Urbino. Qui, nel periodo più fecondo della sua vita, ebbe modo di esercitare attività di ingegnere militare, architetto e trattatista; a Federico di Montefeltro dedicò i suoi trattati di architettura, ingegneria e arte militare. Nel 1486 fece ritorno a Siena, e nei suoi ultimi anni venne richiesto da molte parti d'Italia per dare consigli e preparare progetti: lavorò a Casole d'Elsa, Milano, Parma, Napoli. La fama di Francesco di Giorgio è certamente legata all'innovazione del sistema difensivo delle mura delle fortezze e delle città, al fine di resistere agli attacchi delle bocche da fuoco e contemporaneamente alla possibilità di armare la difesa con tiri incrociati. La trasformazione del donjon in bastione è il primo passo di un'evoluzione che giungerà sino a Vauban. Ma Francesco ritiene di importanza strategica anche altre macchine, oltre a catapulte e cannoni. (pp. 75)


The practise of fortification (1589) di Paul Ive (1550? - 1604) è un trattato dell'Inghilterra elisabettiana che rispecchia appieno la maniera di fortificare del tempo con mura bastionate e a contrafforti. Anche l'Architettura militare (1602) del milanese Gabriello Busca (1540 - 1602), pur interessandosi di difese fortificate e di fortezze, non dimentica le "macchine" e come già aveva fatto Ramelli si intrattiene sui "ponti stabili" e su quelli "levatoi".
L'ingegneria delle fortificazioni, che dipartendosi da Francesco di Giorgio arriva sino a Vauban, diviene importante anche per la storia delle tecniche, perché il nuovo disegno difensivo del territorio è la conseguenza diretta dell'uso di nuove armi e di nuovi materiali. il donjon che si trasforma in bastione fortificato, la caponniera che evolve nei rivellini e nelle tenaglie, le cortine e i cammini coperti, come pure gli orecchioni dei bastioni, atti ad alloggiare le bocche da fuoco, sono tutte conseguenze dell'impiego sempre più massiccio di armi da fuoco più potenti e precise. (pp. 84-85) 


Verso la fine del 1600 la teoria e la pratica delle fortificazioni vede la nascita degli ingegneri militari come prima categoria professionale con compiti strettamente tecnologici. Le macchine da assedio, le mura, i valli e i bastioni sono nuovi prodotti di una tecnologia costretta a evolvere in funzione dei progressi di armi e armamenti. 
Vauban, e soprattutto i metodi di fortificazione da lui attuati nel sistema difensivo francese a cavallo tra XVII e XVIII secolo, non sono che l'estrema conseguenza di un processo iniziato con Francesco di Giorgio e con la consapevolezza che le difese murarie classiche non sono adatte a reggere al fuoco delle artiglierie. 
Quando nel 1738 Carlo Emanuele III ordina la ricostruzione dell'arsenale di Torino sugli spalti della città in direzione sud-ovest, su disegno del capitano d'artiglieria Antonio Felice De Vincenti, tutta l'attività di produzione di cannoni trova una nuova sede. L'anno successivo (1739), l'arsenale diventa anche sede, per volontà dello stesso sovrano, delle Scuole teoriche e pratiche di artiglieria e fortificazioni. (pp. 188)